In Mesopotamia, un geroglifico sumero la descriveva come un efficace lassativo: è l'Aloe vera (Aloe barbadensis Miller) pianta della famiglia delle Aloaceae, a foglia verde e carnosa, originaria dei climi caldi e secchi dell'Africa. Da lì la coltivazione si è diffusa grazie alla sua capacità di adattamento. La sua fama è giunta a noi quasi intatta attraverso i secoli e le civiltà (Egitto, Gracia, Cina, India). La commercializzazione dei suoi estratti per usi salutistici e alimentari ha subito un forte impulso dal 1970, a partire dagli Stati Uniti e da alcune regioni europee. Da un'indagine recente svolta in Italia nell'ambito del progetto Europeo PlantLIBRA, Aloe vera risulta essere il primo ingrediente utilizzato, di origine vegetale, all'interno degli integratori più richiesti dai consumatori. 

Si ricavano dalle foglie principalmente due estratti: un gel mucillaginoso, dal tessuto parenchimatico della parte più interna e un lattice giallastro e amaro, per incisione della lamina della foglia stessa. I responsabili delle proprietà che le vengono attribuite (non tutte comprovate) sono i numerosi componenti attivi (quasi 200), fra cui lunghe catene di mucopolisaccaridi e monosaccaridi (per lo più glucosio e mannosio), con proprietà gastroprotettive, stimolanti del sistema immunitario e cicatrizzanti; sostanze di origine steroidea con proprietà antinfiammatorie; vitamine, minerali, aminoacidi glicoproteine, acidi organici, fitosteroli, sostanze ad azione ormonale (tutte contenute per lo più nel gel); e infine sostanze antrachinoniche, responsabili dell'effetto lassativo, nel latex. Il gel impiegato in molti rimedi ad uso topico non presenta controindicazioni o effetti collaterali, sebbene siano possibili raramente reazioni allergiche. Il gel diluito è utilizzato per la produzione di bevande (depurato della frazione di antrachinoni che possono rimanere come residuo dalle operazioni di estrazione). In generale l'uso di aloe dovrebbe sempre essere consigliato da esperti, soprattutto in alcuni casi come gravidanza, allattamento, assunzione di farmaci specifici, diabete (abbassa l'indice glicemico), morbo di Crohn, coliti e ulcere. 

Il lattice deve il suo effetto lassativo e depurativo, alla presenza dei glicosidi antrachinonici: l'aloina A e B. Sono molecole potenti, che stimolano la secrezione di liquidi nel lume e la motilità intestinale, ma possono agire anche da irritanti della mucosa: sono quindi usati, a partire dall'estratto essiccato, in dosaggi minimi per la produzione di lassativi. E' importante seguire la posologia indicata e consultare il medico nel caso di contemporanea assunzione di farmaci specifici con cui possono interferire o di cui possono ridurne l'assorbimento (perché rallentano il transito intestinale). L'uso dei derivati antrachinonici ha controindicazioni per donne in gravidanza e allattamento (rendono anche il latte materno amaro); per chi soffre di patologie a carico dell'intestino; per chi fa uso di farmaci diuretici tiazidici o cortisonici poiché possono causare ipokaliemia. 


Francesca De Vecchi 
Esperta in scienze e tecnologie alimentari 
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